A prima vista, sembra una semplice poltrona in legno… Ma questa poltrona del piantatore, nata sotto l’Impero britannico in India e in Asia, nasconde molti segreti di ingegnosità e storia.
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✨ Realizzata in legno di teak 🌳, si distingue per i suoi braccioli estesi con assi girevoli che fungono da poggiagambe 🦵. Quando sono ripiegati, si infilano discretamente sotto i braccioli – un design tanto pratico quanto elegante.
🛏️ Queste poltrone sono ancora utilizzate oggi, soprattutto in alcuni ospedali per la loro ergonomia 🏥.
🪵 Le gambe anteriori, tornite e ornate 🎨, contrastano con le gambe posteriori, squadrate e inclinate, offrendo una seduta leggermente inclinata in avanti.
📏 Altezza della seduta: circa 43 cm.
🧵 L’intreccio, teso in un unico pezzo nella parte anteriore e posteriore, rispetta le tecniche artigianali dell’epoca.
🎨 La sua prima apparizione artistica risale al 1851, nel dipinto The Early Repast di Alexander W. Phillips, una scena che raffigura la caccia al cinghiale 🐗 – uno sport molto apprezzato dagli ufficiali britannici 🎖️.
📚 Nel 1907, l’Army & Navy la include nel proprio catalogo coloniale.
Erano disponibili due versioni:
- La poltrona indiana (teak + intreccio) 🪑
- La Watherston (frassino + tela verde) 🌿
🕰️ Più di un semplice mobile, la poltrona del piantatore è una finestra su un mondo scomparso, un pezzo di storia a sé stante.
💫 Incarna da sola l’eleganza discreta, la maestria artigianale e le contraddizioni dell’epoca coloniale.
🎯 Oggi affascina collezionisti, appassionati di design e amanti della storia 🧠💼.
📍 Ogni dettaglio, dal legno all’intreccio, racconta una storia che il tempo non ha cancellato.