Il motociclista andava in prigione per vedere l’assassino di sua figlia per sette lunghi anni. Alla domanda sul perché lo andasse a trovare, rispondeva: «Lo saprete col tempo.» 😱😱
Ogni mercoledì, per sette anni, il motociclista percorreva la strada fino al carcere per vedere Marcus Webb, l’assassino di sua figlia. 😱 Tre ore di viaggio, andata e ritorno, solo per sedersi davanti all’uomo che aveva tolto la vita a Sarah, 19 anni, studentessa di medicina veterinaria, e aveva lasciato il suo corpo in un fosso. 😱😱😱
Marcus era il suo compagno di laboratorio di chimica — «un bravo ragazzo», dicevano gli altri. Ma una sera le aveva chiesto un appuntamento, e lei aveva rifiutato.
Marcus aveva confessato senza alcun rimorso. «Mi ha respinto», disse. «Volevo che provasse cosa significa essere impotente.» Fu condannato all’ergastolo. Dal primo giorno, il padre iniziò ad andarlo a trovare ogni settimana.
I suoi fratelli motociclisti pensavano che fosse impazzito. La madre di Sarah lo lasciò. «Come puoi guardarlo in faccia?» gli gridava. Ma lui non smise mai. Ogni settimana sorrideva a Marcus e diceva: «Lo saprai a tempo debito.» 😱😱
Quando poi si seppe il motivo delle sue visite, tutti rimasero sconvolti.
👉 La storia completa vi aspetta nel primo commento 👇👇👇👇.
Il padre di Sarah aveva deciso fin dall’inizio di andare a trovare l’assassino di sua figlia. Ogni settimana faceva quel lungo viaggio per sedersi di fronte a Marcus, nonostante l’incomprensione dei suoi cari e delle altre vittime.
La madre di Sarah lo lasciò, e i suoi amici motociclisti pensavano che fosse impazzito. Ma lui continuò a visitare Marcus senza mai rivelargli le sue ragioni. Ad ogni incontro, Marcus gli poneva sempre la stessa domanda: «Perché sei qui?»
Sette anni di visite settimanali, durante i quali Marcus cercò di manipolarlo, di mentire, di ottenere il perdono — invano. Il padre non gli diede mai una risposta. Col tempo, Marcus cambiò, divenne un detenuto modello, sperando che ciò avesse un significato per il padre di Sarah. Ma lui restava imperturbabile.
Alla fine, dopo sette anni, il padre di Sarah rivelò a Marcus il motivo delle sue visite:
«Volevo che provassi ciò che Sarah ha provato nei suoi ultimi istanti — la stessa impotenza, la stessa confusione.»
Poi aggiunse: «Continuerò a venirti a trovare ogni settimana, per il resto della mia vita, affinché tu viva ogni giorno nell’incertezza, senza mai avere una risposta, proprio come Sarah nei suoi ultimi momenti.»
Il padre non trovò la pace nel perdono, ma in questa forma di giustizia. Continuerà a visitare Marcus, settimana dopo settimana, finché uno dei due non morirà, dando a Marcus un assaggio dell’impotenza che aveva inflitto a sua figlia.
